Nella giornata di giovedì 20 ottobre, nella sala conferenze G. Falcone di Taglio di Po è stato trattato il tema della “Non autosufficienza- Proposte ed esperienze”.
Presenti il sindaco di Taglio di Po Layla Marangoni, Corbola Michele Domeneghetti e Ariano nel Polesine Luisa Beltrame. Ovviamente, con loro, anche il direttore del Ciass (consorzio che raggruppa le case di riposo dei tre comuni), Daniele Panella. Al tavolo erano seduti, oltre al direttore del Ciass, anche Gino Ferraresso del Dipartimento Welfare Spi/Cgil Veneto, Nicoletta Biancardi, Segretaria generale dello Spi/Cgil provinciale ed Elena Di Gregorio, Segretaria regionale dello Spi/Cgil Veneto. Ha coordinato l’incontro Margaret Crivellari della Segreteria provinciale dello Spi/Cgil. Un argomento che viene trattato proprio all’indomani del disegno di legge sulla “Non autosufficienza approvato lo scorso 10 ottobre dal Consiglio dei ministri. In pratica una legge che prevederebbe la creazione di un sistema unitario dell’assistenza alle persone non più autonome; garantendo la promozione del valore umano, sociale, culturale ed economico. “In gran parte dei casi delle persone non autosufficienti sono le famiglie a farsene carico, ma in maniera ancora più specifica le donne della famiglia”. Così il direttore Ciass di Corbola-Ariano-Taglio di Po Daniele Panella. “Quindi è giusto studiare non solo quella che è la demografia spiccia, concentrandoci maggiormente su quello che è l’aspetto sociale di questa situazione e le sue ricadute sulle famiglie. Queste, per cercare di darsi sollievo, danno l’impegno a badanti, con un esborso totale di circa 9 milioni di euro in Polesine”. Poco dopo il direttore delle case di riposo del Consorzio Isola di Ariano per i Servizi Sociali, sottolinea una tendenza positiva della zona deltina della provincia di Rovigo: “In basso Polesine, per fortuna, tranne che per Loreo e Pettorazza Grimani, ogni comune ha il suo centro di servizio per anziani, quindi una propria tradizione di assistenzialità della persona che ha una certa età e che ha bisogno di questo tipo di servizio. Questo ha portato a minor assistenza a domicilio in questo territorio”.
Tratto da "La Voce di Rovigo"
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