Una zona di circa 1.100 metri quadrati, realizzata per una spesa complessiva di 21mila euro. Ed è arrivato anche il giorno dell’inaugurazione. Sabato scorso, 8 ottobre, il sindaco di Occhiobello, Sondra Coizzi, con l’assessore ai Lavori Pubblici, Monica Viaro e il consigliere comunale, Mirko Mollaroli, ha inaugurato la nuova area di sgambamento per i cani che l’amministrazione comunale ha ritenuto di collocare a Santa Maria Maddalena in zona via degli Alpini, un’area di circa 1.100 metri quadrati e realizzata con un costo complessivo a carico del Comune di circa 21 mila euro. “Questo spazio pubblico è un bene per i cittadini e i loro animali, confidiamo nel rispetto al momento dell’utilizzo e nell’osservanza delle linee guida. L’amministrazione comunale – ha precisato il sindaco – non è responsabile di danni a persone e animali per fatti che si dovessero verificare all’interno dell’area che comunque rimarrà aperta tutti i giorni per ventiquattr’ore al giorno”. All’ingresso dell’area, attrezzata di panchine, illuminazione e fontanella, sono state affisse le regole da seguire. Tra le indicazioni contenute nelle linee guida è stabilito che possano accedere solo i cani in regola con le vaccinazioni obbligatorie, iscritti all’anagrafe canina e in possesso di microchip. Inoltre gli animali dovranno essere muniti di collare con targhetta identificativa in cui siano riportati i dati e un recapito telefonico del proprietario. All’interno dell’area è possibile la compresenza di massimo cinque cani, i proprietari dovranno essere muniti di attrezzatura idonea per la raccolta delle deiezioni, provvedendo a depositarle nei contenitori presenti nell’area. Per quanto riguarda i divieti invece non sarà possibile svolgere attività di addestramento cani, introdurre e consumare alimenti, stimolare i cani con giochi a dinamica predatoria e utilizzare sistemi di contenimento o addestramento quali collari elettrici o a strangolo o a spruzzo. L’inaugurazione è avvenuta con la collaborazione dell’associazione Qua la zampa e di Farmavet.
Tratto da "La Voce di Rovigo"
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