Interventi conclusi agli impianti sportivi di via Martiri di Villamarzana a Badia Polesine per il nuovo campo da padel. Sono state ultimate di recente le opere funzionali all’approdo della struttura dedicata allo sport di derivazione tennistica alla “cittadella” dello sport di via Martiri di Villamarzana, che è andata a sostituire l’area caduta in disuso del mini-pitch. Avviati ormai da qualche mese, i lavori si sono conclusi in questi giorni con la rifinitura degli ultimi dettagli, come conferma l’assessore allo Sport Stefano Baldo.
“I lavori sono finiti – annuncia l’esponente della giunta – ora ci concentreremo sull’affidamento della gestione della struttura. L’iter partirà non appena siamo pronti, poi si vedrà, l’importante comunque è mettere il campo in funzione, vediamo se si riuscirà ad utilizzarlo già quest’anno o se si dovrà rimandare al 2023”. Il padel è uno sport con la palla di derivazione tennistica, divenuto molto in voga nell’ultimo periodo. Si pratica a coppie in un campo rettangolare e chiuso da pareti su quattro lati, con l'eccezione delle due porte laterali di ingresso. Il gioco si pratica con una racchetta dal piatto rigido con cui ci si scambia una pallina uguale a quella da tennis, ma con una pressione interna inferiore, che permette un maggior controllo dei colpi e dei rimbalzi sulle sponde
L’idea di realizzare un campo da padel in sostituzione di quello da mini pitch è stata presentata in sede di consiglio comunale alla fine del 2021, una proposta che all’epoca non era piaciuta alla minoranza. Dal momento che il Comune non può contrarre nuovi mutui, l’amministrazione ha deciso di cogliere l’occasione offerta dal Credito sportivo, un fondo di rotazione che riguarda solo la parte capitale, senza interessi, che dovrà essere ripagato in 15 anni. Il progetto, per 50mila euro complessivi, ha previsto la realizzazione di un campo da padel in sostituzione alla struttura polivalente del mini pitch, molto poco utilizzata, ed è comprensivo di rinforzo della platea esistente, installazione e spese tecniche.
Tratto da "La Voce di Rovigo"
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