La bandiera dell’Europa sventola sempre più grande, più alta e più forte all’istituto alberghiero Cipriani. Infatti sono ripresi a pieno ritmo gli stage del progetto Erasmus, sospesi a causa della pandemia. E come direbbe l’indimenticato Mike Buongiorno: qui non si lascia, si raddoppia. Infatti sono previsti tirocini lavoratori di quattro settimane per i ragazzi delle classi quarte e di quattro mesi per i neodiplomati.
Attualmente sono due sono i gruppi di studenti impegnati in esperienze all’estero. Un gruppo è a Berlino, partito a fine luglio, rientrerà a fine novembre. Nella capitale tedesca sono al lavoro cinque neodiplomati: Giulia Denti, Chiara Rinaldo e Letizia Longo di 5^A accoglienza, due di enogastronomia Luca Callegari 5^A e Alberto Morello 5^D.
L’altro gruppo si trova a Malta: sbarcato nello scorso settembre, tonerà a gennaio. Sono Alice Barison 5^B sala e un tris di enogastronomia con Luca Ghezzo, Riccardo Moretti e Silvia Trentin tutti e tre di 5^B. Il prossimo gruppo di quarta partirà ad aprile.
E non poteva mancare la ciliegina sulla torta. Giulia ha già ricevuto una proposta di lavoro in Germania con tanto di contratto per un anno, così potrà approfondire la propria esperienza, magari spunterà qualcosa di nuovo. Una notizia accolta con grande soddisfazione e un pizzico di orgoglio in via Aldo Moro, anche se non ha sorpreso più di tanto.
“I nostri studenti – spiega Anita Beltrame, referente del progetto Erasmus - risultano tra i più preparati e spesso ricevono proposte di lavoro che vanno oltre il periodo di tirocinio. Da anni il Cipriani promuove il confronto con il sistema formativo e lavorativo di altre realtà europee, quindi l’esperienza aiuta a crescere gli studenti e la scuola stessa”.
E ancora: “Obiettivo di questi progetti – prosegue la docente - è di formare figure professionali che, oltre a competenze linguistiche, professionali e tecniche, sviluppino competenze trasversali che li portino a valorizzare i prodotti locali e aiutare le imprese ad accogliere gli stimoli dell'innovazione”.
Tratto da "La Voce di Rovigo"
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