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Immagine del redattoreMilo Gamberini

Cibo, casa, ristoranti, che stangata

Non solo energia, dal cibo ai ristoranti, l’inflazione colpisce ovunque e impoverisce le tasche dei polesani e degli italiani. L'Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio sugli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre, analizzando tutti i rincari di ogni città e stilando la classifica completa di quelle con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda cibo e bevande, acqua e rifiuti, scuola dell’infanzia, ristoranti e alberghi.

In Polesine Per quel che riguarda i rincari sui beni alimentari Rovigo (e la sua provincia) si piazza in 36esima posizione a livello nazionale con un più 12,1% di aumento dei prezzi rispetto ad un anno fa. Prendendo in esame la fornitura acqua e servizi connessi all'abitazione Rovigo si classifica addirittura al quinto posto fra le città più care con un aumento dei prezzi del 6,8%.

Nel capitolo inflazione per scuola dell'infanzia ed istruzione primaria il Polesine è al 33esimo posto con un aumento prezzi del 2,2%. Entrando in tema servizi di ristorazione Rovigo si insedia in 52esima posizione con un più 5,2%. Infine nell’inflazione per i servizi di alloggio Rovigo è alla casella 41 registrando un più 11,3%.

In Italia A livello nazionale la stangata è trasversale. Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, se in Italia sono saliti dell’11,7% su settembre 2021, equivalenti a una stangata pari in media a 660 euro in più su base annua, in molte città è andata molto peggio. A guidare la classifica è sempre Cosenza, che aveva già vinto a luglio e agosto questa non gratificante classifica, ma che ora per cibo e bevande segna un ulteriore balzo annuo, +16%, pari a +1034 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto Ascoli Piceno, con un incremento dei prezzi del 14,2% e un aggravio annuo pari a 773 euro, al terzo Viterbo dove mangiare e bere costa il +14,1% in più, 785 euro.

Al quarto posto Imperia, Padova e Terni (tutte a +13,8%), poi Gorizia e Ravenna (+13,6% entrambe), e Udine (+13,5%). Chiudono la top ten Macerata, Pistoia e Verona, tutte e 3 con un'inflazione del 13,4%.

Sull'altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono "solo" dell’8,7%, pari a 498 euro. Medaglia d'argento per Como (+9,1%, +521 euro) e sul gradino più basso del podio Parma (+9,2%, +492 euro). Al sesto posto Milano, +9,5% e un aggravio a famiglia pari a 517 euro.

Per Fornitura acqua e servizi vari connessi all'abitazione, ossia fornitura acqua, raccolta rifiuti e spese condominiali, se in Italia l'inflazione tendenziale di settembre è bassa, +1,8%, a Catania è più di 9 volte tanto, +16,4%. Al secondo posto Bolzano con +12,4%, quasi 7 volte tanto la media nazionale, al terzo Verona con +9,7%. Appena giù dal podio Como (+9%), seguito da Rovigo (+6,8%), Pisa (+6%). Chiude la top ten Milano con +5,5%. Ben 21 città sono invece in deflazione. La più virtuosa Reggio Emilia (-4,5%)).

Per quanto riguarda la Scuola dell'infanzia ed istruzione primaria, che comprende scuola dell'infanzia privata e scuola primaria privata, si profila una vera stangata per le famiglie di Ancona, dove rispetto allo scorso anno questi servizi costano il 12,1% in più. Al secondo posto Como con +12%. Medaglia di bronzo per Bergamo (+9,5%). Chiude la top ten Cosenza (+5%). Bene, invece, Olbia Tempio e Catanzaro, ambedue in deflazione con, rispettivamente, -2,9% e -0,9%.

Per i Servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, a fronte di un'inflazione annua del +5,9%, a Cosenza i ristoranti rincarano rispetto a settembre 2021 del 9,9%. Al secondo posto Palermo, con +9,4% e al terzo Verona, +9,2%. La città più risparmiosa è Lodi (1,7%), in seconda posizione Campobasso (+2,2%). Al terzo posto Vercelli (+2,4%).

I Servizi di alloggio, ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù a settembre costano in Italia il 16% in più rispetto allo scorso anno. Nonostante l’aumento sia già consistente, fa ben peggio Trapani, che guida la classifica con uno spropositato +45,5% su settembre 2021, quasi 3 volte tanto. Al secondo posto Milano, con un incremento annuo del 43,8%. Medaglia di bronzo a Venezia con +34,2%. Sull'altro versante della graduatoria, 3 le città virtuose in deflazione: Reggio Calabria (-3,3%), Massa-Carrara (-1,8%) e Genova (-0,7%).

Tratto da "La Voce di Rovigo"

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