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Immagine del redattoreMilo Gamberini

Giù il termostato, ecco come funzioneranno i controlli

Aggiornamento: 30 set 2022

Il piano contro la crisi energetica potrebbe andare in approvazione, sotto forma di decreto, già in settimana. Queste le indiscrezioni che filtrano dal ministero della Transizione ecologica, affidato a Roberto Cingolani.

Secondo quanto già emerso del piano, da ottobre i termosifoni dovranno essere abbassati di un grado in tutti gli edifici pubblici, ma anche nelle abitazioni private. Si passerà da 20 gradi a 19, obbligatoriamente, mentre si cerca di riempire gli stoccaggi al massimo, cercando di giungere al 90% delle riserve, che vorrebbe dire maggiore tranquillità in vista dell’inverno.

Resta il nodo dei controlli. Ossia, chi è come verificherà che queste disposizioni siano rispettate? Logico che per quanto concerne gli uffici pubblici e le scuole questo non dovrebbe presentare alcuna difficoltà. Diverso invece il discorso per i privati, che comunque saranno chiamati ugualmente a rispettare le regole, sia a livello di impresa che di abitazioni privata.

Ed è qui, appunto, che si pone il problema: come fare a controllare che nelle case degli Italiani venga rispettata la regola? A quanto si apprende del piano al quale lavora il Governo, i controlli verranno effettuati soprattutto nelle case che hanno un riscaldamento centralizzato, dove spetterà agli amministratori di condominio monitorare la temperatura, mentre per chi ce l’ha autonomo non sarà possibile controllare. In ogni caso i controlli saranno a campione, nelle abitazioni private, così come negli altri tipi di edifici, e comunque il governo ha già pronti una serie di spot e campagne di sensibilizzazione sul tema del risparmio energetico.

Il piano di Cingolani non ha previsto alcuna multa per chi non rispetta le regole ma allo studio del governo c’è la possibilità che un qualche tipo di sanzione venga aggiunta.

Nel piano di Cingolani c’è spazio anche per le imprese, con due misure ministeriali che saranno finalizzate entro la prima metà di settembre, "che riguardano l'energy release (circa 18 twh) e il gas release (circa 2 miliardi di metri cubi)": in sostanza ci saranno prezzi controllati per supportare le aziende energivore e gasivore, a cui verrà loro riservata una quota di energia a prezzi più bassi.

Fonti di governo escludono al momento il ritorno alla Dad (Didattica a distanza) nella scuola e allo smart working nella Pubblica amministrazione. Che sia riscaldamento o luce o pc, le misure di risparmio dei consumi negli edifici dello Stato o delle Regioni vengono decise in autonomia dalle singole amministrazioni e magari messe a confronto e coordinate a livello centrale. Su questo punto si potrebbe arrivare ad una direttiva. Tuttavia, nessun obbligo sarebbe previsto anche per i cittadini.

Tratto da "La Voce di Rovigo.it"

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